Nei paesi in cui da anni si effettua lo screening per la prevenzione del tumore del collo dell'utero (cervice o portio uterina) con il PAP TEST (striscio citologico cioè cervicale secondo Papanicolaou), si è notevolmente ridotta la mortalità per cancro cervicale.
Con lo screening l'incidenza di questo tumore maligno, che in passato colpiva molte giovani donne, si è notevolmente ridotta .
I relativamente pochi casi ancora diagnosticati in Italia, (circa 3000 all'anno), si manifestano quasi sempre in donne che non hanno mai effettuato Pap test o HPV DNA Test,oppure lo hanno effettuato in modo discontinuo.
Le modalità di prelievo dei due test (Pap test e HPV) sono simili. Dopo avere evidenziato il collo dell'utero si prelevano le cellule superficiali grattando la superficie del collo con una spatola e il canale con uno spazzolino apposito.
Il materiale viene poi o strisciato sul vetrino, oppure messo in un liquido apposito, le cellule vengono , colorate e infine letto al microscopio da un citologo esperto e per quanto riguarda il test HPV sottoposte a riverca del DNA virale.
Il PAP TEST che è un esame citologico (cioè che esamina le singole cellule) ci dice se le cellule epiteliali del collo dell'utero sono sane, oppure se ci sono alterazioni cellulari da verificare in modo approfondito con esami di 2° livello (vedi COLPOSCOPIA).
Le alterazioni delle cellule del collo dell'utero (displasia e CIN) vengono segnalate solo dal Pap test che rimane un test di screening sicuro e validato in tutto il mondo. Avere un Pap test che evidenzia anomalie cellulari significa che sono necessari approfondimenti per stabilire la reale presenza e natura di eventuali lesioni, non che è già presente tumore!
Dopo i 35 anni si può associare l'HPV test, il cui esito e significato può essere valutato solo da un ginecologo esperto in queste problematiche. A tutt'oggi non esistono evidenze e protocolli validati sull'impiego dell'HPV test nello screening, anche se in alcune regioni italiane è stato proposto lo screening primario con l'HPV TEST.
L'HPV DNA TEST rileva la presenza di DNA virale nelle cellule del collo dell'utero e ci dice solo se il virus HPV è presente in quel momento e a quale categoria di rischio appartiene (medio o alto), ma non ci dice se le cellule sono sane o se vi sono delle alterazioni.
In caso di presenza di HPV ad alto rischio solo in rari casi si verificano alterazioni cellulari che possono ancor più raramente , se non diagnosticate col Pap test e la Colposcopia, trasformarsi in cancro nel corso degli anni.
L'HPV DNA test si può associare al PAP TEST ma non deve essere impiegato prima dei 35 anni, perché fino a questa età la presenza di HPV è molto frequente e nella maggior parte dei casi l'organismo si libera del virus senza che questo abbia causato lesioni durevoli.
Avere un HPV DNA test positivo non significa essere malati, ma solo che è presente un fattore di rischio e ciò non deve causare paura o ansia .
In certi casi durante gli approfondimenti per Pap test positivo (ad esempio in caso di ASC US) o nel follow up dopo Leep si ricorre al test HPV DNA, il cui esito va valutato nel contesto clinico caso per caso.
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